Ono no Komachi (小野 小町; 825 – 900) è stata una poetessa giapponese, comparsa tra i Rokkasen, ovvero i sei migliori poeti di waka, nel primo periodo Heian. Fu famosa presso i contemporanei anche per la sua incredibile bellezza, tanto che il nome Komachi per antonomasia è tuttora usato per indicare donne di particolare avvenenza.
Già considerata da Ki no Tsurayuki nella prefazione al Kokinshū come uno dei “sei geni poetici” della sua epoca, fu attiva negli ambienti di corte. La sua figura storica fu presto avvolta dalla leggenda, che ne fece un prototipo di donna bellissima, appassionata e capricciosa, destinata a invecchiare in solitudine, leggenda rielaborata dal teatro Nō in celebri drammi. I suoi versi, inclusi nel Kokinshū e nella raccolta Komachi shū, costituirono un modello di enorme importanza per la poesia d’amore di epoca classica.
Su di lei e sulla sua vita amorosa vi sono alcune leggende. Una di queste vuole che sia stata amante di Ariwara no Narihira, poeta contemporaneo e anche un membro del Rokkasen. Un altro gruppo di leggende riguarda il suo trattamento crudele con i suoi amanti, in particolare Fukakusa no Shōshō, un militare e cortigiano di alto rango. Komachi promise che se l’avesse visitata continuamente per cento notti, stando fuori all’addiaccio in attesa e dimostrando il suo amore, ella sarebbe diventata la sua amante. Questo fece il pover’uomo, indipendentemente dal tempo climatico, che per gli stenti morì la novantanovesima notte.
Infine si narra di Komachi ormai anziana, lontana dagli agi della corte, costretta a vagare con abiti sfilacciati, la sua bellezza sbiadita e il suo aspetto così miserabile tanto da essere derisa da tutti intorno a lei, come punizione per il suo precedente maltrattamento dei suoi amanti.
“Forse ero assorta in pensieri d’amore
quando chiusi gli occhi?
Lui comparve.
Se avessi saputo che era un sogno
non mi sarei svegliata.”