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Esplorazione della Musica Giapponese (seconda parte)

Reading Time: 7 minutes

Continua l’articolo all’esplorazione della musica giapponese, stavolta con gli Stili da ballare.

Stili da ballare

Dodompa
Si sviluppò negli anni ’50 quando tango ed altre musiche latino-americane, specialmente cubane, diventarono molto popolari in Giappone e consiste in una speciale forma di tango di loro invenzione.

Bubblegum pop/J-pop
Negli anni ’60 i gruppi giapponesi imitarono i Beatles, Bob Dylan ed i Rolling Stones assieme alla musica folk appalachiana, al rock psichedelico, al Mod ed a generi similari. Questo stile fu denominato Group Sounds. Da allora, il bubblegum pop ed il J-pop sono i generi musicali più venduti in Giappone e furono utilizzati nella musica da film, specialmente in quelli di animazione.

Negli anni ’90 comparvero sulla scena molti nuovi artisti pop come Ayumi Hamasaki (浜崎あゆみ 1978 cantautrice, produttrice discografica, attrice e modella) e Utada Hikaru (多田ヒカル Utada Hikaru 1983 cantautrice, pianista e produttrice discografica). Ad oggi la prima ha venduto 43 milioni di dischi, tanto di fare di lei la cantante che ha venduto il maggior numero di dischi in Giappone, mentre il primo album della seconda, First Love, ha venduto 7,6 milioni di copie, risultando così l’album maggiormente venduto nell’arcipelago.
Le due artiste e altri hanno contribuito a far divenire mainstream il sound, altri aneddoti al riguardo sono l’invenzione del termine “J-pop” da parte dei media giapponesi per distinguere inizialmente la musica giapponese da quella straniera, ora però indica la maggior parte della musica popolare giapponese; in un primo momento il termine comprendeva al suo interno diversi stili come il tecno-pop degli anni ’70 e ’80, il pop cittadino (City-pop) degli anni ’80 e lo Shibuya-kei degli anni ’90.

Altra piccola curiosità: non è inusuale che un artista o una band spazi in più generi musicali: questa caratteristica è così diffusa che capita persino di sentire un’unione di più sounds in un’unica canzone; non è raro infatti ascoltare strumenti tipici della musica classica come pianoforte, violino, ecc, in canzoni pop e strumenti tradizionalmente considerati prettamente per rock e metal come la chitarra elettrica usati per canzoni pop e accostati anche a strumenti classici. Questo espediente rende le canzoni molto più particolari e con una musicalità ben distinta rispetto alle canzoni occidentali, un esempio di ciò è il brano “Hikaru Nara” ( 光るなら) dei Goose House. (https://youtu.be/cWtgGTCAjYY)

Ayumi Hamasaki

Utada Hikaru

Karaoke
È un fenomeno tipicamente giapponese e non rientra propriamente nella definizione di “sound”, ma è una sfaccettatura del j-pop: è la forma di spettacolo dilettantistico di canto su di una base musicale che si svolge nei bar e nelle discoteche, merita menzione in quanto fa comprendere come la musica sia parte integrante della cultura, al di fuori del teatro, nonostante peri i critici rappresenti l’apice del consumismo.

Rock Giapponese/J-rock
Si sviluppò a partire dagli anni ’60, divenendo popolare negli anni ’70; la band di Okinawa Champloose (チャンプルーズ) assieme ai Carol (キャロル), Rc Succession (RCサクセション) e Shinji Harada (原田真二1958) furono molto famosi e contribuirono alla definitiva affermazione di questo sound.
Negli anni ’80 i Boøwy ed i Southern All Stars (サザンオールスターズ) divennero le maggiori band della storia ed ispirarono alcuni gruppi di rock alternativo come gli Shonen Knife (少年ナイフ) i Boredoms (ボアダムス) ed i Tama & Little Creatures.
Sempre in quegli anni si sviluppò la Yellow Magic Orchestra, che si dedicò alla sperimentazione della musica elettronica, mentre nell’ultimo periodo fecero il suo debutto il duo B’z (ビーズ) che sono detentori del record di vendite.

Tra le curiosità inerenti questo sound si può parlare dell’origine del termine: difatti nasce in Europa alla fine degli anni ’90 e non in Giappone, dove si utilizzava solo il termine j-pop per indicare tutta la musica popolare prodotta all’interno della nazione. Solo di recente si è iniziato ad utilizzare il termine più che altro per convenzione comunicativa.

Carol    B’z

Visual-kei
Dalla fine degli anni ’80 si sviluppa in Giappone un fenomeno autoctono che si può definire come un inedito concentrato di molteplici sounds, dai più dolci ai più feroci indistintamente, caratterizzato da un look estremamente vistoso e ricercato nei vestiti, nelle acconciature, nel trucco e nell’atteggiamento. È la corrente più feconda nelle subculture giapponesi.

Il suo significato è “stile visuale” e nacque ad Harajuku dove la stravaganza e l’eterogeneità degli stili che venivano a contatto in questo quartiere contribuirono a formare un genere provocante che si collegava con elementi del teatro kabuki. Gli stili presenti per la maggior parte erano rockabilly, cyberpunk, glam, anarcopunk, e come i personaggi del teatro, in cui gli uomini si truccavano pesantemente e indossavano parrucche per interpretare ruoli femminili, anche questi stili aiutavano a delineare un genere androgino.

Anche se è un sottogenere, emerge come il più caratteristico nel panorama della musica rock giapponese, un po’ perché è unico e un po’ perché molti gruppi che ne fanno parte hanno ottenuto successo anche in Europa ed in Occidente; tra i primi proprio i fondatori, gli X Japan.

X Japan

Latino-americana, reggae giapponese e musica ska
Altre forme di musica, dall’Indonesia, dalla Giamaica e da altri paesi, vennero assimilate nella produzione locale. Il Soukous africano così come la Musica Latina, il reggae giamaicano e ska, vennero interpretati dalle band Rankin’Taxi e Tokyo Ska Paradise Orchestra (東京スカパラダイスオーケストラ).

Roots Music
Questo sound prende spunto dal country e dal blues, tipicamente americani. La diffusione inizia verso la fine degli anni ’80 quando le band roots music come i Shang Shang Typhoon (上々颱風) e The Boom divennero molto popolari.

Musica di videogiochi e anime
I primi videogiochi avevano dei commenti musicali rudimentali; con l’avanzare della tecnologia la qualità sonora aumentò notevolmente. Il primo gioco ad imporsi per la sua musica fu Xevious, altrettanto ammirato dalla critica per la complessità della sua grafica rivoluzionaria e della trama particolarmente elaborata per un videogioco arcade.

La migliore musica mai scritta per un videogioco è considerata quella di Final Fantasy VI (ファイナルファンタジーVI) composta dal celebre Nobuo Uematsu (植松 伸夫 1959) nel 1994; un altro celebre compositore fu Kōichi Sugiyama (すぎやま こういち 1931-2021), già noto per aver scritto la musica di molti film, fu uno dei primi individui esperti coinvolti nel progetto di realizzare una “vera” colonna sonora per i videogiochi. Prima di questo coinvolgimento, infatti gli sviluppatori erano spinti a produrre delle tracce orecchiabili che non avrebbero mai stancato o annoiato i giocatori dopo lunghe sessioni di gioco.
Altra celebrità è Kōji Kondō (近藤 浩治 1961), principale compositore di Nintendo, è uno dei maggiori esponenti nel settore, noto per aver scritto le musiche delle 4 celebri serie di Nintendo, fra cui Legend of Zelda e Mario.

Anche il mercato degli anime è molto fruttuoso e diversi artisti, a partire dagli anni ’90, hanno realizzato diverse canzoni, tra cui Utada Hikaru, Pornograffiti (ポルノグラフィティ),Yui Horie (堀江 由衣 1976), Arc~en~ciel (ラルク アン シエル), Orange Range (オレンジレンジ) e Shōko Nakagawa (中川 翔子 1985), possono vantare anche la compositrice Yōko Kanno (菅野よう子 1964).

Non è raro inoltre, che un’intera opera animata sia giudicata anche e in gran parte dalla sua opening song e che molte colonne sonore di alcuni videogiochi siano diventate dei colossi della musica nipponica. Molti anime infatti, devono il loro successo ad una opening particolarmente bella. Esempi di questo fenomeno sono opere come:
⦁ Attack on Titan: diventato famosissimo anche grazie all’opening Shinzou wo Sasageyo (臓を捧げよ!)
⦁ Sword Art Online: anch’esso diventato famoso in gran parte grazie all’opening Crossing Field
⦁ No game no life: diventato popolarissimo quasi grazie all’opening This Game
I videogiochi giapponesi con le colonne sonore più belle che sono diventate colossi della musica invece sono:
⦁ Final Fantasy: ogni capitolo della serie ha delle ost veramente stupende
⦁ Super Mario: con la sua colonna sonora a 8 bit

Shōko Nakagawa

Hip Hop, Rap e R&B
Dagli anni 2000 il panorama musicale giapponese si arricchisce ulteriormente e cominciano a spopolare sounds come Hip Hop, Rap e R&B. In questo momento sono band come Dragon Ash (ドラゴンアッシュ) e HY ad avere il controllo della musica, o almeno così potrebbe sembrare.

Le “vecchie” band come i Glay aggiornano la loro musica con nuovi elementi che richiamano la downtown americana e anche i Dir En Grey, musicalmente simili ai Luna Sea, propongono le nuove sonorità americane che verranno poi equalizzate con un ritorno al tipico rock giapponese.

Le Idol

Il termine “Idol” viene utilizzato per indicare un teenager, sia maschio che femmina, che diventa molto popolare nel mondo dello spettacolo. In genere gli Idol hanno un aspetto carino ed aggraziato e vengono presi come modelli da seguire, proprio per questo la loro figura deve rappresentare la perfezione. L’immagine delle idol, soprattutto se ragazze, deve essere sinonimo di purezza. Infatti evitano qualsiasi coinvolgimento sessuale e comportamento amorale. Tristemente celebre ed esemplificativo di questo è l’avvicendamento accaduto qualche anno fa e riportato in questa notizia (https://hanabitemple.forumfree.it/m/?t=64828557).
Gli idol sono rappresentati da agenzie che si occupano della gestione commerciale della loro immagine e di qualsiasi altro prodotto; in genere le boy bands o le girl groups giapponesi di idol sono artisti di musica j-pop.
Per diventare idol, tuttavia, non occorre disporre di un elevato talento musicale o canoro; proprio per questo gli idol non sono considerati dei cantanti a tutti gli effetti, anche se la loro produzione è talvolta notevole. Le caratteristiche fondamentali sono la personalità e l’immagine che si dà di sé al pubblico.

Ultima nota a margine, in questo particolare fenomeno rientra anche la realtà digitale degli ologrammi: un eclatante e noto in tutto il mondo esempio di ciò è Hatsune Miku (初音 ミク) e le Vocaloid.

Hatsune Miku

Questo articolo, come il precedente è solo un’introduzione, per vari approfondimenti vi invito a seguire il magazine.

Samantha Sisto

Info credits:
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Musica_giapponese;
https://www.cristinamuggetti.it/musica-giapponese-tradizionale-e-moderna/;
https://www.goasia.it/musica-e-suoni-del-giappone/;
https://angolodiwindows.com/2021/12/la-musica-giapponese/;
https://okami.altervista.org/la-musica-in-giappone/;
https://www.riassuntini.com/musica/musica_giapponese.html;
https://hanabitemple.forumfree.it/m/?t=17536563

Photo credits:
https://www.discogs.com/artist/2490955-Carol-20;
https://www.kannaihall.jp/detals/001066.php;
http://www.metroactive.com/papers/metro/03.06.03/cards/june-0310.html;
https://www.cristinamuggetti.it/musica-giapponese-tradizionale-e-moderna/

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