Premessa 1
Parlare della musica giapponese non è facile, non solo perché hanno una scala pentatonica a noi non familiare o perché per secoli non hanno trascritto nulla tramandandosi la conoscenza oralmente, similmente ai nostri trovatori o cantastorie, oppure perché sono una cultura geograficamente lontana, ma soprattutto perché, in Giappone, vale più la voce rispetto alla musica strumentale, così come nella cultura generale vale di più come ci si comporta e ci si relaziona che le parole.
Nonostante ciò è inequivocabile che la musica accompagni la vita delle persone, solo che la musica giapponese si può definire, più di altre, formata da due aspetti: vocale e strumentale, uniti per formare insieme un’unica armonia.
Premessa 2
Quasi tutta la cultura giapponese è contraddistinta da due aspetti fondamentali che non si escludono a vicenda: 1.l’importazione e 2.la trasformazione. Fanno così per ogni cosa: “prendono” da altre culture più o meno vicine a loro, ma invece di “copiare”, “trasformano” a loro piacimento. Così come è per qualsiasi cosa, particolarmente evidente diventa nella musica.
Per facilitare la comprensione dell’argomento trattato, analizzerò prima l’aspetto strumentale, poi il vocale; in questa prima parte di articolo, però, mi concentrerò sulla parte storica.
Gagaku
Il “Gagaku” 雅楽 letteralmente “musica/danza elegante”, è la musica (comprensiva di danze e canti, molto somigliante quindi ad un’esibizione delle varie arti su di un palco quadrato di 5,5 m per 5,5) che intratteneva anticamente la corte imperiale, considerata oggigiorno un patrimonio classico e antico da salvaguardare, in quanto uno dei pochi esempi di musica orchestrale del Paese e testimonianza di una cultura cortese, elevata e raffinata, nel 1955 venne dichiarata tesoro nazionale.
Primi cenni storici
Il Gagaku nasce da una commistione di generi importati dai Paesi vicini, a partire dal IV-V sec, unitosi al repertorio autoctono preesistente; ne consegue che è un “prodotto” nipponico formatosi grazie a fasi così riassunte (non è una regola generale, talvolta le “fasi” si accavallano):
⦁ Fase di “contatto”: presumibilmente verificatasi durante il V sec, grazie ai già rapporti commerciali esistenti, dei musicisti stranieri (provenienti da Cina e antichi regni coreani) furono “invitati” ad esibirsi in Giappone;
⦁ Fase di “assorbimento”: datata con la fondazione del Gagaku ryō (Accademia di Musica Imperiale) nel 701, i musicisti giapponesi cominciano ad imparare a suonare (in particolare l’engaku (燕楽)/enraku, la musica dei banchetti cerimoniali);
⦁ Fase di “assimilazione”: storicamente verificatasi sotto il regno dell’Imperatore Ninmyô (833-49) (al quale dobbiamo anche una riforma del sistema musicale che chiarisce per bene quali sono i generi musicali che rientrano nel Gagaku e che esporrò di seguito) i giapponesi imparata la tecnica “aggiungono” e “amalgano” il loro repertorio, approdando così ad una “definitiva” forma.
Generi
Sotto la “macro-definizione” di Gagaku rientrano:
⦁ L’ engaku (燕楽)/enraku dalla Cina
⦁ Il kogaku (古楽, “musica antica” )/tōgaku (唐楽 musica Tang)/shingaku (清楽, “musica della Dinastia Qing”) dalla Cina
⦁ Il sangaku/ gigaku dalla Cina
⦁ Il sankokugaku o sankangaku (“musica delle tre Coree”, cioè dei tre regni coreani, comprendente shiragigaku/kudaragaku/kôkurigaku o komagaku 高麗楽)
⦁ Il toragaku dalla Thailandia
⦁ Il rin’yûgaku (林邑楽) dal Vietnam
⦁ Il tenjikugaku (天竺楽) dall’India e Indocina
⦁ Il bokkaigaku (渤海楽) dalla Manciuria
⦁ La Musica religiosa Shintoista (Azuma asobi, Kagura uta, Yamato uta, Kume uta)
⦁ Il wagaku (musica, danze e canzoni folkloriche autoctone)
“L’Ellenismo” del Gagaku
Questa “definizione” che divide il Gagaku in base alle zone di provenienza delle correnti musicali in due “blocchi” [sinistra/destra sagaku (左楽)/ugaku (右楽)] (riforma musicale del IX sec), è caratteristica dell’Epoca Heian, quella di massimo splendore: tutti gli aristocratici si dilettano a suonare a fianco dei professionisti, qualcuno si accinge a comporre (Fujiwara no Sadatoshi, lo stesso Imperatore Ninmyô), si scrivono le prime partiture di brani [ad opera di Fujiwara no Moronaga: Sango Yōroku (spartiti per gakubiwa) e Jinchi Yōroku (spartiti per gakusō)], fiorisce l’aspetto vocale del Gagaku attraverso tre generi:
⦁ Saibara (musica vocale)
⦁ Rôei (musica vocale corale)
⦁ Hikô (o utahikô): declamazione cantata di waka (poesie di 31 sillabe in 5 versi) senza accompagnamento musicale che avviene ancora oggi nella cerimonia di Capodanno, in presenza dell’Imperatore (On’utakaihajime, “Augusto incontro di poesie di inizio”)
Viene anche fatta una selezione degli strumenti, snellendo così il corpo orchestrale [scompaiono, perchè caduti in disuso, l’Ōhichiriki (大篳篥), l’U (竽), l’Haishō (排簫), il Gogen biwa (五絃琵琶), il Kugo (箜篌)], un “Ellenismo” non destinato a durare per sempre.
Declino e “scomparsa”
Inizia il periodo Kamakura (1185-1333) e gli ambienti di corte perdono prestigio e potere a favore dei samurai, i pochi superstiti tra i musicisti si rifugiano nei templi Buddhisti mantenendo viva la tradizione, poi però, con i disordini prima della Guerra Ōnin, poi il periodo Muromachi dà il colpo di grazia al Gagaku, che non verrà più suonato o cantato per un secolo.
Rifioritura del Gagaku
Il Giappone deve attendere il XVI sec e il processo di unificazione del Paese sotto il governo del samurai Hideyoshi per ascoltare di nuovo il Gagaku che ritorna in auge a pieno titolo con la Restaurazione Meiji del 1868 dove vengono gettate le fondamenta per l’attuale Dipartimento di Musica del Palazzo Imperiale, la più alta istituzione governativa che si occupa di preservarlo e che ne ha delineato l’attuale aspetto definendo la composizione dell’orchestra.
Strumenti
Per il Gagaku si usa la scala pentatonica yo-na nuki onkai (ヨナ抜き音階 lett. “scala senza le note yo e na”) che ha intervalli ascendenti di due, tre, due, due, e tre semitoni tra i cinque toni di scale.
L’attuale composizione dell’orchestra prevede:
⦁ 3 strumenti a fiato [Hichiriki (篳篥) oboe, ⦁ Ryūteki (龍笛) flauto traverso, Shō (笙) organo a bocca]
⦁ 3 strumenti a percussione [Kakko (鞨鼓, scritto anche 羯鼓) piccolo tamburo a forma di clessidra che viene colpito con due bacchette in legno, Shōko (鉦鼓) piccolo gong, colpito con due bacchette di corno, taiko (grande ⦁ tamburo sospeso) o dadaiko (鼉太鼓 /大太鼓) grande tamburo utilizzato durante le feste]
⦁ Il Gaku biwa (楽琵琶) liuto a 4 corde
Anticamente gli strumenti erano più eterogenei, ma fino ad un massimo di 14 elementi e gli strumenti variano in base al brano che devono eseguire o se devono accompagnare l’aspetto vocale, per cui aggiungo per avere un quadro completo
⦁ Komabue (高麗笛) tra quelli a fiato, originario della Corea
⦁ Azuma asobi bue (東遊笛), chiamato anche chūkan (中管), un fiato il cui nome suggerisce per cosa venga suonato
⦁ Kagurabue (神楽笛), un fiato usato come il precedente per un brano shintoista
- Shakuhachi (尺八), un flauto dritto, caduto in disuso, adesso riutilizzato
⦁ Gakusō (楽箏), cetra a 13 corde di origine cinese
⦁ Kugo (箜篌), arpa angolata usata in tempi antichi e recentemente fatta rivivere
⦁ Yamatogoto (大和琴, chiamato anche 和琴 wagon), cetra di origine giapponese, a 6 o 7 corde
⦁ Tsuridaiko (釣太鼓), tamburo con la parte superiore riccamente decorata, posizionato su una piattaforma e suonato con due bacchette imbottite
⦁ Shakubyōshi (笏拍子, chiamato anche 笏 shaku), strumento formato da due bacchette piatte in legno
⦁ Fue, un flauto
Tempi moderni
Oltre ad essere il sopracitato Dipartimento di Musica del Palazzo Imperiale a garantirne la diffusione e prosecuzione, con un inizio negli anni ‘60 del secolo scorso ma concretizzandosi nel 1985, al di fuori dell’istituzione governativa è nata l’esemble Reigakusha (伶楽舎), fondata dal direttore musicale Shiba Sukeyasu, si prefigge di diffondere la conoscenza del Gagaku al di fuori dei confini nazionali.
La sua specializzazione sono opere originali commissionate da compositori moderni e nuove esibizioni in stile classico, oltre a queste organizzano concerti promotivi, workshop e lezioni; ha ottenuto importanti riconoscimenti nel febbraio 2002 vincendo il Premio Speciale di Kenzo Nakajima Music Prize e nello stesso anno il Grand Prix nella categoria discografica del Japan Art Festival assegnato al loro album live “In Autumn Garden” con musiche composte da Toru Takemitsu.
Replica nell’edizione 2003 del Grand Prix of Art Festival, con il concerto commemorativo della Ricostruzione di Yakushijii Saishoukai con musiche composte da Toshirou Saruya.
(Disografia completa su http://www.last.fm)
Anche l’Occidente si è interessato al Gagaku, alcuni compositori hanno iniziato a comporre da essa ispirati, tra questi i più celebri sono Henry Cowell (Ongaku, 1957), Olivier Messiaen (Sept haïkaï, 1962), Lou Harrison (Pacifika Rondo, 1963), Benjamin Britten (Curlew River, 1964), Bengt Hambraeus (Shogaku, da Tre Pezzi per Organo, 1967), Ákos Nagy (Veiled wince flute quartet, 2010).
E sempre in Giappone, per mantenere idealmente un senso di continuità della tradizione, il 31 ottobre del 2002, sotto casa discografica indie PS Company veniva pubblicato il primo disco solista del cantante e polistrumentista Miyavi dal titolo, appunto, Gagaku.
(Più info sul sito ufficiale dell’artista MYV382TOKYO.com)
Samantha Sisto
Info credits:
https://it.wikipedia.org/wiki/Gagaku
https://www.giapponeinitalia.org/cose-il-gagaku
https://www.cultura-giapponese.it/cultura_arti_tradizionali_musica… (raccomando per ulteriori approfondimenti)
http://www.aisf.or.jp/~jaanus/deta/b/bugaku.htm (in inglese, seguite tutti i link rimandati alla fine per ulteriori approfondimenti)
Reigakusha music, videos, stats, and photos | Last.fm (trovate il sito Internet dell’esemble)
Photo credits:
https://www.nihonjapangiappone.com/pages/arti/musica/strumenti/hichiriki.php
https://freehuanar.com/product_details/17537377.html
https://www.nihonjapangiappone.com/pages/arti/musica/strumenti/kakko.php