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Yamamoto Yaeko, una donna eccezionale

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Nata con il nome di Yamamoto Yae il 1° dicembre 1845, fu conosciuta anche con quello di Niijima Yae ed è tuttora famosa con il nome di Yamamoto Yaeko e fu una onna-musha o onna-bugeisha (donna guerriera), educatrice, infermiera e studiosa del tardo Periodo Edo e che visse nel primo periodo Shōwa, o “periodo di pace illuminata” che corrisponde al regno dell’Imperatore Hirohito e va dal 25 dicembre 1926 al 7 gennaio 1989, sicuramente il più lungo tra tutti quelli degli imperatori nipponici.

La famiglia di Yaeko apparteneva alla classe dei samurai, nello specifico il suo clan, gli Hoshina, era fedele allo shogunato Tokugawa. Fu un’abilissima fuciliera, figlia di Yamamoto Gonpachi, samurai e uno degli istruttori di artiglieria nel dominio di Aizu, e di sua moglie Saku, e concorse alla difesa del Dominio di Aizu durante la Guerra Boshin venendo soprannominata “Usignolo del Giappone” e “Giovanna d’Arco del Bakumatsu” ovvero della fine del Bakufu, il governo militare dello Shogun. Con il termine Bakumatsu si indica il periodo storico degli ultimi anni di vita dello shogunato Tokugawa, durato per oltre 200 anni.

Yamamoto Yaeko e Joseph Hardy Neesima nel 1876

Ma non fu solo una delle coraggiose donne che difesero Aizu dalle truppe imperiali, infatti avrebbe successivamente  prestato servizio come infermiera durante la guerra russo-giapponese e la guerra sino-giapponese, divenendo di fatto la prima donna al di fuori della Casa Imperiale del Giappone, dopo la Restaurazione Meiji, ad essere decorata per il servizio svolto per il paese. Famosa per essere la moglie di Joseph Hardy Neesima, fondatore della Doshisha English School nel 1875, e co-fondatrice, con la missionaria americana Alice J. Starkweather, della Doshisha Girls ‘School nel 1876.

Yaeko con Evangeline Booth, Generale dell’Esercito della Salvezza, Novembre 1929

Tornando al periodo della Guerra Boshin, ovvero la guerra civile combattuta tra il gennaio del 1868 ed il maggio del 1869, che vide contrapposti i sostenitori dello shogunato Tokugawa ed i sostenitori della restaurazione dell’autorità regia dell’imperatore Meiji, partecipò attivamente, quale guerriera delle truppe di Aizu, alla difesa del Castello di Aizuwakamatsu imbracciando la sua carabina Spencer.

Era l’autunno del 1868 quando il dominio di Aizu fu attaccato dalle soverchianti truppe imperiali. Le donne all’interno del castello presero parte attiva alla difesa. Preparavano le munizioni, cucinavano pasti, curavano i feriti, ma rischiavano anche la vita per spegnere gli incendi e si precipitavano a coprire le palle di cannone nemiche con stuoie bagnate prima che esplodessero per limitarne i danni. Un’unità di guardie del corpo femminile proteggeva anche Matsudaira Teruhime, la sorella adottiva del signore del castello, Matsudaira Katamori. Queste donne componevano anche la Jōshitai, ovvero il gruppo di guerriere guidate da Nakano Takeko che, armate di naginata, uscirono dal castello affrontando coraggiosamente i soldati nemici.

All’inizio di ottobre, quando ebbe inizio la Battaglia di Aizu che sarebbe finita a novembre, Yaeko iniziò a combattere prendendo parte alle sortite notturne. Si racconta che chiese ad un’altra guerriera, Takagi Tokio, di tagliarle i capelli corti come un samurai maschio. Armata del suo fido fucile Spencer, era vestita come un uomo e aveva le due spade alla cintura. Nel contempo le fu affidato il comando degli uomini di uno dei pezzi d’artiglieria a difesa del castello e non abbandonò mai il suo posto, rischiando continuamente la vita.

Haruka Ayase nel ruolo di Yaeko nel drama ‘Yae no Sakura’ del 2013

Nonostante la strenua resistenza, Aizu si arrese il 5 novembre 1868. Yaeko fu fatta prigioniera con gli uomini, samurai e soldati. Dopo la caduta di Aizu, Yaeko trovò rifugio nel confinante dominio di Yonezawa e si separò dal primo marito, Shonosuke Kawasaki, studioso di Rangaku, il cosiddetto “apprendimento olandese”, il metodo di apprendimento scientifico in uso durante il periodo antecedente allo sbarco del commodoro Matthew Perry quando il Giappone era ancora isolato dal resto del mondo per la politica di isolamento (sakoku) dello Shogunato Tokugawa.

Nel 1871 si recò a Kyoto per cercare suo fratello Yamamoto Kakuma, che aveva trascorso anni come prigioniero di guerra, e giunta nella città, fu assunta come insegnante sostituta presso la Kyoto Women’s School su raccomandazione del fratello che, terminata la guerra, era divenuto consigliere per il governo della prefettura di Kyoto.

Mentre Yaeko lavorava alla scuola femminile, conobbe un istruttore Chadō o Sadō la “via del tè”, della casa di Urasenke. Grazie a questo, Yaeko apprese l’arte della Cha-no-yu , “la cerimonia del tè giapponese” e ottenne la qualifica di maestra del tè nel 1894 divenendo maestra del tè della tradizione Urasenke, con il nome d’arte di Niijima Sōchiku. Durante il suo incarico presso la scuola, conobbe anche un istruttore di Ikebana, l’arte della disposizione dei fiori recisi, conosciuta anche col desueto nome di kadō, della casa di Ikenobō. Anche in questo caso ottenne la certificazione per praticare la composizione floreale da Ikenobō nel 1896. A Kyoto divenne cristiana dopo l’incontro con il pastore protestante Joseph Hardy Neesima, nome assunto da Niijima Jō, missionario ed educatore dell’Era Meiji.

Dopo essere stata licenziata dalla Kyoto Women’s School, insieme al marito ed al fratello svolse un ruolo di primo piano nella gestione e nello sviluppo della nuova scuola fondata da Neesima, la Doshisha English School.

Il marito, che si era formato neli Stati Uniti, credeva fortemente nei diritti delle donne e Yaeko, con l’aiuto della missionaria americana Alice J. Starkweather, aprì una Joshijuku (scuola femminile) presso l’ex residenza della famiglia Yanagihara. La scuola femminile fu battezzata Doshisha Branch School for Girls e poi Doshisha Girls School nel 1877.

Neesima morì improvvisamente il 23 gennaio 1890 e Yaeko, lasciati gli impegni scolastici, rivolse la sua attenzione all’assistenza infermieristica e divenne membro della Croce Rossa giapponese il 26 aprile 1890. Durante la prima guerra sino-giapponese si arruolò nell’esercito e trascorse quattro mesi come infermiera di stanza a Hiroshima, guidando una squadra di 40 infermiere per prendersi cura dei soldati feriti. Nel contempo era attivissima nel migliorare lo stato sociale delle infermiere. Il suo impegno fu riconosciuto dal governo giapponese e le fu conferito il suo primo Ordine della Preziosa Corona nel 1896.

Terminata la prima guerra sino-giapponese, Yaeko divenne istruttrice nelle scuole per infermiere e allo scoppio della guerra russo-giapponese nel 1904, si arruolò nuovamente nell’esercito e prestò servizio come infermiera volontaria presso l’ospedale dell’esercito imperiale giapponese a Osaka per due mesi. Per questo servizio ricevette il suo secondo Ordine della Preziosa Corona. Non ebbe figli ma adottò tre bambini dal dominio di Yonezawa e visse i suoi ultimi anni in Teramachi Street a Kyoto fino alla sua morte, avvenuta il 14 giugno 1932 all’età di 86 anni. Le onoranze funebri furono sostenute dalla Doshisha University. Ora riposa nel cimitero di Doshisha a Sakyō-ku a Kyoto.

Spero che questo articolo sia stato di vostro gradimento anche perché dimostra che la storia è spesso in parte sconosciuta, e non tutto è come viene raccontato…

 Antonio Vaianella

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