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忍者Ninja – seconda puntata: Venti di ribellione a Iga e Koga

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In questo secondo appuntamento parliamo delle due principali famiglie ninja dell’antico Giappone, quelle di Iga e Kōga, e di come si opposero fieramente ai signori feudali dell’epoca. In questo capitolo il termine “ikki” significa sostanzialmente lega o confederazione.

Come abbiamo visto nel precedente articolo, i clan di Iga e di Kōga erano famiglie jizamurai della provincia di Iga, l’attuale prefettura di Mie, e della vicina regione di Kōka, anche chiamata Kōga, dal nome di un piccolo villaggio dell’attuale prefettura di Shiga. Fu qui che nacquero per la prima volta i primi centri di addestramento organizzati dei ninja. Grazie alla sua posizione geografica Iga, poichè si trovava lontano dai principali centri urbani ed in luoghi inacessibili grazie alle montagne circostanti, ebbe un ruolo primario nello sviluppare le arti nel ninjutsu in modo segreto.

Nelle cronache “Go Kagami Furoku”, in relazione alle origini dei due clan, possiamo leggere che l’Iga ikki (vedere l’articolo precedente), nome completo Iga Sokoku Ikki, conosciuta anche come Repubblica di Iga o Confederazione di Iga, era una confederazione militare di ninja dedita alla difesa della provincia, che possiamo definire in stile repubblicano con sede nella provincia di Iga durante il periodo Sengoku (1467-1603). Dopo secoli di rivalità con il suo vicino settentrionale, per l’appunto il distretto di Kōka nella provincia di Ōmi, alla fine i due clan si allearono. Nel XVI secolo fu redatta persino una costituzione basata sui principi di mutua difesa e associazione volontaria. Fu tra il 1552 e il 1568 che il documento costituzionale attribuito a Iga dagli storici formalizzò l’alleanza tra i clan. Si ritiene che l’anno esatto possa essere il 1560 ma anche in questo caso gli storici hanno opinioni contrastanti. Comunque sia il documento fu conservato a Kōka dalla famiglia Yamanaka ma fu attribuito a Iga dallo storico Ishida Yoshihito perché si riferisce a una “lega autogovernata” o sokoku ikki, termine con cui Iga si riferiva a se stessa.

Per governare l’alleanza, furono nominati i bugyō, o commissari militari, da ciascun ikki, 10 di Iga e 12 di Kōka, che si riunivano al confine tra le due regioni per tenere riunioni in cui pianificavano strategie e e discutevano di affari importanti.

È interessante notare che secondo l’economista russo Vladimir V. Maltsev l’alleanza pose fine a secoli di faide tra i clan e abbia permesso loro di trarre un grande profitto economico grazie alle azioni operate congiuntamente in un mercato mercenario altamente redditizio. L’alleanza terminò quando Oda Nobunaga costrinse Kōka ad arrendersi nel 1574 e secondo un documento conservato dalla famiglia Yamanaka, quello stesso anno, i resti dei Kōka entrarono al suo servizio. Le attività di Iga alla fine attirarono le ire del clan Oda, che lanciò le invasioni nel 1579 e nel 1581. La prima invasione fu respinta da Iga, ma la seconda vide vincitore Oda Nobunaga che distrusse brutalmente e senza pietà la confederazione. Alcuni ninja furono risparmiati e le loro attività continuarono. Dopo l’assassinio di Nobunaga nel 1582 (il famoso incidente “Honnō-ji”), Iga e Kōka, sotto la guida di Hattori Hanzo, costituirono il servizio degreto di Tokugawa Ieyasu e dei suoi discendenti.

In relazione alle campagne militari congiunte tra Iga e Kōka, dai documenti e dalle cronache pervenute ai giorni nostri ne conosciamo alcune, come andiamo ora a scoprire.

Alla metà del 1500, i servizi dei ninja di Iga e Kōka erano molto richiesti e, anche prima dell’alleanza di cui abbiamo scritto poc’anzi, i due clan ebbero modo di operare insieme.

Il 15 dicembre 1541, lo Shogun inviò una lettera al governatore di Iga chiedendo l’assistenza per Tsutsui Junshō (1523-1550; daimyō appartenente al clan Tsutsui) durante l’assedio del castello di Kasagi. Nella mattinata del 23 dicembre 1541, circa 80 agenti ninja di Iga e Kōka si infiltrarono nel castello, appiccarono il fuoco all’insediamento occupando i cortili interni. Dopo due giorni le truppe poste all’interno del castello dovettero uscire e furono decimate.

Nel 1558, Rokkaku Yoshikata (15211598, capo del clan Rokkaku e shugo, o governatore, poi daimyō nel sud della provincia di Ōmi) stava conducendo una campagna contro un servitore ribelle, Dodo Kuranosuke (morto nel 1560), e lo assediò nel castello di Sawayama. Dopo molti giorni di assedio inutile, Yoshikata chiese aiuto al capo ninja Tateoka Doshun di Iga. Doshun, con una squadra di 44 ninja Iga e 4 ninja Kōka che, travestiti, trasportando lanterne che Doshun aveva fatto realizzare con repliche del mon (stemma di famiglia) di Dodo, entrarono senza opposizione nel castello e poi vi appiccarono il fuoco. Subito dopo questa operazione si allontanarono e Yoshikata riuscì a conquistare il castello.

Questi sono solo due dei tanti episodi che hanno visto operare i ninja, soprattutto in questi casi come mercenari.

Tratteremo prossimamente altri importanti episodi militari, tra cui il conflitto tra Oda Nobunaga e gli Iga e la “Rivolta di Shimabara” che vide fronteggiarsi ribelli cattolici contro il governo Tokugawa.

Nel frattempo, nel prossimo episodio approfondiremo termini come shinobi e kunoichi e tratteremo dell’origine del ninjutsu…

Nel prossimo episodio:

忍者Ninja – terza puntata: Ninja tra realtà storica e misticismo 

Antonio “Hisao” Vaianella

 

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