Introduzione
Ho sempre pensato che anche il trucco o make-up come volete chiamarlo, fosse una forma d’arte, prima di essere una maschera con la quale affrontare il mondo; interessandomi poi della cultura orientale ho notato che il loro modo di realizzare quest’arte è altresì affascinante, perché non è solo un mezzo di seduzione, è proprio un’espressione culturale.
Così mi sono fatta le mie belle ricerche in merito e in questo articolo, vi illustro i risultati, sperando vi faccia piacere.
Una caratteristica inconfondibile del make-up indiano è sicuramente il tikal, ovvero il classico simbolo tondeggiante rosso che si porta sulla fronte, però quello è solo la minima parte.
Il trucco indiano, come molti altri dei Paesi orientali, ha una tradizione millenaria e prevede un uso generalmente di pochi prodotti cosmetici atti a suggerire un’idea di grazia ed eleganza.
In particolare, già dall’antichità, questo Paese è caratterizzato da colori accesi e brillanti dappertutto, quindi anche nel make-up che ha inoltre valenza simbolica, magica e scaramantica, per di più assieme a decorazioni corporee e gioielli costituisce il solah shringar, ovvero un insieme di ornamenti, in totale 16, numero che indica l’età della maturazione e perfezione di una donna, secondo la tradizione Hindu.
I punti focali del make-up indiano sono 3: occhi, bocca e carnagione.
Punto 1. La base: leggera e luminosa
Partiamo dal primo punto, le donne indiane da questo punto di vista sono “facilitate”, avendo già naturalmente un incarnato ambrato, di conseguenza non usano il fondotinta né la cipria, se vogliamo replicarlo però noi occidentali dobbiamo usarlo, vanno benissimo i nostri prodotti, purché creino una base leggera.
Si prosegue poi a rendere luminosa e perfettamente omogenea la zona intorno agli occhi: è un passaggio determinante; se si hanno occhiaie, prima si stende un correttore arancione e poi uno illuminante; si completa infine l’opera con un bronzer, applicandolo con un pennello grande e morbido sugli zigomi, sul naso, sulla fronte e un po’ anche sul mento.
Punto 2. Gli occhi sono protagonisti
È evidente che sono loro, per quanto riguarda il volto, ad essere in primo piano e il prodotto d’obbligo di cui non si può fare a meno è il kajal.
Questo ha origini a dir poco remote: basti pensare che si usava già nell’Antico Egitto; la versione tradizionale è una sorta di pasta (in seguito l’approfondimento), ma si può utilizzare tranquillamente la matita kajal dato che in termini di risultato non c’è differenza.
Nel Paese d’origine ha la funzione propiziatoria di allontanare gli influssi negativi, questo fa sì che venga applicato sia a donne che a uomini oltre che ai bambini molto piccoli.
Volendo replicarlo noi dobbiamo applicare la matita sulla rima interna dell’occhio e sulla palpebra mobile, poi su questa è necessario sfumare delicatamente con un pennellino; a questo punto ci sono 2 possibilità: procedere con un ombretto nero oppure sceglierne uno colorato.
Nel secondo caso la scelta è fra tonalità neutre e calde, terrose e cromie più accese e decise: verde, blu, anche viola; l’importante è sfumare ancora, con attenzione e tirando un po’ l’angolo esterno dell’occhio, in modo da ottenere l’effetto “a mandorla”.
Infine per l’arcata sopraccigliare si sceglie invece un ombretto chiaro e illuminante e si conclude con una generosa dose di mascara o, se si preferisce, con le ciglia finte.
Focus on: Ricetta kajal
Ingredienti:
Olio di ricino (o sesamo) per il lumino; ghee o olio di mandorla; un piatto metallico (meglio se di ottone); lampada di argilla.
Opzionale: Pasta di sandalo o estratto di pianta dalle proprietà curative (in India spesso si usa l’astolnia)
Il kajal si ottiene annerendo una superficie metallica su una lampada a olio (solitamente olio di ricino).
Per ottenere un kohl dalle proprietà rinfrescanti e curative immergete un quadrato (10 cm circa di lato) di mussolina naturale in pasta di sandalo e/o essenze di piante curative (quelle usate in India sono difficilmente reperibili in Italia). Lasciate asciugare per un giorno intero in ombra, quindi arrotolate la stoffa a formare lo stoppino per la lampada.
Accendete la lampada a olio sotto un piatto di ottone, posto su un piedistallo per consentire la circolazione dell’aria. Lasciate bruciare completamente lo stoppino. Il fumo nero si deposita sulla superficie metallica. Togliete dal fuoco e, quando si è raffreddato, grattate via il nero con un cucchiaino depositandolo in un contenitore metallico. Aggiungete alcune gocce di ghee o olio di mandorla e mischiate fino a ottenere una pasta morbida e densa: il kajal è pronto all’uso.
Punto 3. Le sopracciglia, cornice perfetta
Se gli occhi devono essere protagonisti, è obbligatorio che le sopracciglia diventino la loro cornice perfetta.
Anche qui le donne indiane sono “facilitate” dalla natura, le hanno infatti folte e corpose; se non si ha la loro stessa fortuna, bisogna armarsi di pazienza e di una matita ad hoc.
Attenzione però: non si deve calcare la mano e metterle in evidenza, proprio per il motivo precedente, è fondamentale che non rubino la scena agli occhi e che mantengano un aspetto naturale.
Altra nota a cui prestare attenzione è non usare mai una tonalità più scura di quella che le caratterizza realmente.
Punto 4. Ultimo step: le labbra
Il rossetto è il cosmetico che abbiamo in comune tra le due culture, molto utilizzato in India durante le feste e tendenzialmente dai colori che vanno dal rosso al rosa.
Tuttavia le donne indiane, fatta eccezione per le occasioni davvero speciali (in primis il loro matrimonio), per le labbra prediligono un trucco perfetto ma non accentuato.
Quindi si comincia con uno scrub a base di miele e zucchero, per eliminare eventuali pellicine e renderle lisce e vellutate, poi si stende un velo di crema o di burro di cacao.
A questo punto si sceglie il rossetto basandosi sul sottotono: se si ha una pelle chiara, sono consigliate le sfumature del rosa; se si ha una carnagione media o scura, invece, è meglio orientarsi sulle declinazioni del beige o dell’arancio.
In ogni caso evitare assolutamente le nuance più accese; la matita va messa proprio per ottenere un risultato preciso e deve essere dello stesso colore del rossetto.
Se la si usa disegnare con cura il contorno, se si vuole andare un po’ oltre per ingrandire le labbra, attenzione a non superare il millimetro.
Per occasioni davvero speciali, si può osare di più, ma a questo proposito questo stile impone un’unica scelta: il rosso.
Altre caratteristiche
-Diversamente da quello che si pensa, il make-up rimane una prerogativa di alcune donne, non tutte.
Moltissime indiane non si truccano, ma si decorano il viso utilizzando semplicemente il tikal posto in fronte: creato anticamente con una polvere rossa, oggigiorno viene attaccato come adesivo.
Storicamente nasce con lo scopo di comunicare la condizione di non vedovanza, quindi viene praticato sia alle donne sposate che alle nubili; si effettua al centro della fronte perché secondo antiche credenze lì sarebbe situato il terzo occhio.
-Oggi come tempo fa, parte del rituale di bellezza indiano è anche la cura del corpo: considerato una parte fondamentale dell’essere umano, viene curato e coccolato con oli profumati, bagni caldi e massaggi terapeutici, sia dagli uomini che dalle donne.
-Il trucco è qualcosa che fa parte delle abitudini sia maschili che femminili; non è affatto raro incontrare uomini indiani con il viso decorato e truccato in maniera simile a quello delle donne.
Samantha Sisto
Info credits:
http://cipiri16.blogspot.com/2015/12/trucco-indiano.html?m=1;
http://www.aboutindia.it/India-bellezza-occhi-cosmetici-kajal-khol-ricetta;
https://www.donnamoderna.com/life-style/indie-make-up-truccarsi-come-le-donne-indiane#aoh=16459915179014&referrer=https%3A%2F%2Fwww.google.com&_tf=Da%20%251%24s&share=https%3A%2F%2Fwww.donnamoderna.com%2Flife-style%2Findie-make-up-truccarsi-come-le-donne-indiane;
https://www.tentazionemakeup.it/2011/07/la-storia-del-make-up-il-trucco-in-india/
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