In questa parte vi presento un ultimo articolo della stampa descrittivo del fenomeno, dopodiché proseguiamo con il nostro personale approfondimento.
Analisi dalla stampa locale (ultimo articolo)
Altro articolo, questa volta più recente e proprio di quest’anno sentenzia: “Troppe, tutte uguali e nella maggior parte con la parte comics & games legata a bancarelle di dubbia qualità.
Prosegue esprimendo la sua opinione riguardo all’invito di certi discutibili ospiti: Non so gli organizzatori e chi cura la comunicazione di questo evento cosa potesse pensare al momento dell’annuncio dell’ospite, si potrebbe pensare che certe gaffe vengano fatte intenzionalmente per pubblicità gratis.
Ormai si è superato un limite da dove difficilmente si potrà indietreggiare: una volta esistevano poche manifestazioni a cui ci si andava perché erano le uniche occasioni per incontrare gli autori, trovare fumetti che in un’epoca pre-Internet erano difficili da reperire.
Oggi l’essere “nerd” è divenuto un brand da vendere, tutti desiderano il loro pezzetto di hobby, ma non sono certo disposti a trasferte costose: ecco quindi la fiera sotto casa, non importa se in luogo consono o meno.
Ormai si può definire un business che negli ultimi anni è esploso, arrivando persino ad avere 6/7 eventi “comics” in contemporanea; eventi questi che vanno dalla festa simil rionale all’evento medio in polo fieristico, con sempre le stesse cose: bancarelle con materiale contraffatto, qualche cosplayer, il doppiatore e il concerto con il cantante delle sigle dei cartoni animati; qualche volta c’è dello spazio dedicato al fumetto: si va dalla presenza di un paio di disegnatori (di solito locali) sino ad un’artist alley, ma non valorizzata.
Perciò per differenziarsi, le organizzazioni devono trovare qualcosa o qualcuno che possa portare gente a pagare il biglietto di 10 € o più; non basta più invitare il fumettista, quindi si opta per il personaggio pop.
Fortunatamente non ci sono solo questo tipo di eventi, ci sono state delle realtà in cui si è riusciti ad ospitare attori importanti legati a titoli dell’immaginario pop; in altre si è portato l’animatore o il fumettista giapponese a più fiere di provincia, permettendo a chi non riesce a raggiungere le grandi, di avere comunque il loro autografo.
Rimane comunque il fatto che fatta eccezione per pochissimi eventi dedicati interamente al solo fumetto e quelle fiere ormai divenute talmente grandi da comparire nel calendario degli addetti ai lavori, la stragrande maggioranza delle “pseudo-fiere” che vediamo comparire costituiscono il corollario di un business che dalla pandemia ha portato non pochi introiti a chi è stato veloce ed intuitivo nel proporne la nascita.
Però già sappiamo che come tutte le ondate di interesse, appena si giunge ad una stabilizzazione, inevitabilmente l’interesse decade esaurendosi; attualmente non si può prevedere un ridimensionamento o una diminuzione che farà prevalere chi avrà il bacino di fan più appassionati oppure l’organizzazione che avrà trovato la miglior strategia per accontentare il pubblico anche in futuro.”
Le parti interessanti di quest’ultimo articolo terminano qui, tuttavia sotto c’erano commenti di vari utenti altrettanto degni di nota.
“Alle fiere del fumetto ormai vendono tutto tranne che i fumetti, nel senso che il 75% degli espositori sono più o meno tutti uguali e a volte non hanno nulla a che fare col mondo del fumetto.
Certo, ogni tanto c’è qualche illustratore che cerca di promuoversi e qualche rarissimo espositore di albi usati, ma sono veramente pochi e si perdono nella confusione.”;
“È difficile che si torni al passato: c’è stato un cambiamento tra il vecchio e il nuovo modo di fare le fiere, ossia da luoghi dove si andava per trovare pezzi introvabili, ora accozzaglia di eventi tutti uguali e bancarelle di dubbia qualità, legate più alla moda.”;
“Le fiere sono in totale declino da anni: sono diventate un posto in cui trovi di tutto e passi la giornata, tipo centro commerciale, fai un giro, compri qualcosa, vai a mangiare e bere…poi c’è il cosplay, insomma si butta tutto quel che si può nel calderone per attirare un po’ tutti.”;
“Come in tutte le cose in cui comincia a girare il grano, le fiere sono divenute commerciali ed è la regola del gioco; quelle minori sono a un passo dal “franchising”, sembrano costruite tramite “pacchetti” con tanto di consulenza che stabilisce le linee guida.”;
“Troppe e troppo blande, arriverà un punto il cui disincanto verso le fiere sarà tale che anche il pubblico generalista, smetterà di andarci; chi le gestisce non ha una visione forte, solo l’interesse economico a massimizzare il numero di biglietti inglobando in modo acritico qualsiasi cosa possa essere usato a tal scopo.”;
“Più aumentano i biglietti staccati, più aumentano introiti e più cresce lo spazio dedicato alle cianfrusaglie, ai personaggi famosi che con fumetto e animazione non c’entrano, soffocando tutto il resto; l’unica cosa che non cambia è l’etichetta “comics & games” e inizia a stonare, non è adatta e necessiterebbe di un adeguamento ai tempi correnti; se invece di chiamarsi “nome città+comics & games” una fiera si presentasse come “nome città+pop festival”, non ci sarebbe adito per contestazioni varie, e sarebbe più chiaro per tutti, a partire dagli addetti ai lavori.” (su questo punto, preferisco tornarci nel paragrafo Considerazioni).
Non sono andata ulteriormente più avanti perché poi i commenti accusavano in particolare due categorie professionali/artistiche che secondo gli utenti sono responsabili della “rovina delle fiere”, ovvero cosplayers e youtubers; invito possibilmente queste categorie ad esprimere la loro opinione al riguardo, io personalmente non mi sento adeguata per porre giudizio in merito.
Ricordandovi sempre che la situazione è ben nota (e visto l’accadimento iniziale, potrebbe uscire dai confini nazionali), vi riporto anche l’interessante comunicato del RIFF-Rete Italiana Festival di Fumetto, pubblicato ad inizio di quest’anno sul loro profilo Facebook Ufficiale (quando parlo di “Circuito Nazionale delle Fiere” intendo loro).
“Come in qualsiasi settore dell’organizzazione culturale, esistono 2 modi per fare le cose. C’è un approccio che punta a “fare bene”, affiancando i contenuti pop e il puro intrattenimento alla proposta di autrici e autori, di mostre e di un programma con attività di approfondimento e confronto. E poi c’è un approccio superficiale, che non progetta festival culturali bensì eventi il cui obiettivo si limita ai biglietti da staccare, per i quali la progettazione dei contenuti è secondaria. Con il risultato, a causa di questi ultimi, di gettare un’ombra-se non squalificare-sulla credibilità professionale dell’intero comparto.
Negli ultimi tempi, nel nostro settore di festival del fumetto e cultura pop, si assiste a un fenomeno relativamente recente: la comparsa di alcune realtà commerciali che, sfruttando il momento positivo degli immaginari richiamati da termini come “comics & games” o “-con”, propongono a ritmo serrato una serie di eventi preconfezionati e uguali nel format, ripetuti di città in città nella medesima formula, senza radicamento territoriale o un reale dialogo con le realtà culturali della zona. Si tratta di eventi che puntano a un pubblico “casual”, e che sacrificano, in un certo senso, la qualità dell’offerta di contenuti al facile guadagno.
RIFF non entra nel merito delle scelte di questi soggetti, … ma è coerente con la sua missione di mantenere alta l’attenzione su un fenomeno che, per quanto del tutto legittimo, sta giocoforza innescando un ritorno d’immagine negativo tanto per il linguaggio stesso del fumetto (e dei mondi culturali che vi gravitano accanto) quanto per gli operatori che lavorano costantemente alla sua promozione e valorizzazione.
Segue un messaggio promozionale, dove descrivono il fenomeno: una “bolla” di matrice prevalentemente commerciale che, per quanto legittima, rischia di distrarre l’attenzione dei media, di impoverire le organizzazioni radicate sui territori, di lasciare insoddisfatti i visitatori in cerca di un’offerta ricca e variegata. Una bolla, infine, destinata presto o tardi a scoppiare, anticipando conseguenze negative per un intero settore il cui calendario annuale, già sovradimensionato e al limite, stava finalmente trovando un equilibrio grazie anche alla nostra attività”.
Per il momento mi fermo qua, altrimenti diventa troppo lungo da leggere. Spero che sia stato di vostro interesse e come sempre vi invito ad approfondire anche scrivendo nei commenti cosa ne pensate anche voi.
Sisto Samantha
Info credits:
https://fumettologica.it/2016/11/festival-fumetto-conseguenze/;
https://www.sentieriselvaggi.it/la-storia-delle-fiere-del-fumetto/;
https://www.primaedicola.it/news/fiere-del-fumetto;
http://fumettodautore.com/index.php/editoriali/5564-l-editoriale-l-ipocrisia-dei-premi-delle-fiere-del-fumetto;
https://www.lideachetimanca.com/blog/approfondimenti/fiere-del-fumetto-fissiamo-un-limite-cosa-lecitocosa-no/;
https://www.wired.it/attualita/2018/02/12/fiere-nerd-geek-cosplay-comics/;
https://it.wikipedia.org/wiki/Festival_international_de_la_bande_dessin%C3%A9e_d’Angoul%C3%AAme;
https://aedon.mulino.it/archivio/2011/1/picozza.htm;
https://orgoglionerd.it/top-5-le-piu-importanti-fiere-del-fumetto-nel-mondo/2/amp/;
https://lospiegone.com/2023/06/10/mosaico-viaggio-nel-fumetto-tra-propaganda-e-resistenz a/;
https://diacritica.it/storia-dell-editoria/la-nascita-del-fumetto-italiano-le-origini-del-fumetto.html;
https://www.parcoesposizioninovegro.it/fiere/festival-del-fumetto-4/;
https://it.wikipedia.org/wiki/Fiera_del_fumetto;
https://www.arsp.it/2023/07/14/storia-del-fumetto-il-fumetto-come-storia-in-tre-fasi/;
https://www.masterd.it/blog/mondo-fumetti-storia-eventi-imperdibili-e-formazione-digitale;
https://compassunibo.wordpress.com/2021/05/04/il-fumetto-uno-sguardo-alle-sue-origini-alla -suaevoluzione-e-al-suo-valore-in-italia/;
https://www.martinasfumetti.it/blog/guida-alle-fiere-del-fumetto-piu-importanti-i;
https://www.lospaziobianco.it/lonework/10-migliori-fiere-fumetto-italia/;
https://www.animeclick.it/news/amp/104643-le-fiere-del-fumetto-nel-2024-ovvero-annunciare-wannamarchi-e-prenderla-a-ridere.amp.html
Photo credits:
https://magicviral.com/marketing-news/139-commenti-su-facebook-quanto-influiscono-sull-importanza-e-la-viralita-di-un-post.html;
https://www.retefumetto.it/;
https://www.lispa.it/wps/portal/LISPA/Home/chi-siamo/comunicazione/Comunicati-stampa